giovedì 25 settembre 2008

l'amico spagnolo - prima parte

Questa mattina appena sveglia non riuscivo a trattenere un bel sorriso come non mi capitava da tempo.
Il programma della giornata era interessante.
Sarebbe stata un’afosa e stressante giornata di settembre: lavoro, pausa pranzo troppo breve, vetrine dei negozi già pieni di meravigliosi cappottini invernali troppo costosi per le mie tasche…
Il programma della serata però era tutta un’altra cosa….
Dopo dieci anni dal nostro ultimo incontro avrei rivisto Javier, focoso sivigliano in vacanza a Roma e mia antica fiamma ai tempi dell’Erasmus in Germania (classe 1998…milioni di anni fa!).
A dire il vero di vera e propria fiamma non si sarebbe potuto parlare perché tra noi due non avvenne mai nulla di passionale, sempre se si esclude i "passionale" trasporto con cui passavo intere ore ad ascoltarlo parlare nel suo fluente inglese (che doveva utilizzare con me che di tedesco capivo pochino, ma anche l’inglese all’epoca era approssimativo).
Dei nostri trascorsi insieme quindi non rimaneva molto più che bellissimi ricordi di colossali bevute di birra tedesca, che mi fecero fare in quel famoso semestre il mio personale record di sbornie settimanali e di chili accumulati, come qualsiasi buon erasmus che si rispetti.
La ragione per cui tra noi non avvenne mai nulla si doveva (questa era la versione data dalla mia impareggiabile fantasia che attribuiva al bel morenito grandi turbamenti interiori dovuti ai miei sguardi innocenti!) ad una perfida fidanzata lasciata in Spagna a cui Javier era rimasto stoicamente fedele, nonostante le tentazioni, per poi scoprire al suo ritorno in Spagna di essere stato lungamente cornificato (la sua storia ha assunto ormai caratteristiche legendarie tra gli erasmus che se la tramandano da semestre a semestre quale naturale giustificazione per tutte le bravate commesse a danno ed all’insaputa di fidanzati inconsapevoli).
Catalogato ed archiviato nella sezione Uomini impossibili, la mia vita è andata avanti ed a quanto ne so, dopo la grande delusione d’amore avuta al rientro in Spagna, anche la sua.
Al corrente di una lunga relazione con una ragazza conosciuta sul lavoro ed essendo ormai in avanzata età da matrimonio, anche per i lascivi canoni spagnolo moderni, che me lo facevano immaginare nella città eterna in viaggio di nozze o in fuga romantica, apprendevo ieri da una telefonata pomeridiana di Miria, autentica icona romana che con me e Javier aveva condiviso quel fantastico semestre e che ancora a distanza di dieci anni mi sopportava come amica e confidente, che invece il suo accompagnatore sarebbe stato un vecchio amico e di fidanzate neppure l’ombra!
Anzi, la relazione lunga ed impegnativa era terminata ormai da un po’.
Inutile dire che è passato un milionesimo di secondo dall’apprendere questa notizia all’iniziare a fantasticare intorno a scenari da commedia romantica in cui i protagonisti si inseguono per anni affrontando una complicata serie di equivoci, malintesi e desideri repressi e finendo col ritrovarsi giusto all’ultima scena perché così scritto nel loro destino.
Scenari che inutilmente cercavo di relegare in qualche angolino silenzioso della mia mentre mentre sceglievo la mise da indossare per il nostro aperi-cena-gelato e passeggiata finale a tarda notte a Campo dei Fiori, in pieno spirito da turista ventenne americano, imponendomi jeans e camicia per poi indossare un delizioso vestitino nero con ampia scollatura ed adeguatamente accompagnato da scarpe Moschino Cheap and Chic tacco 9 (lo ricordavo non molto alto, meglio non eccedere!).
Ore 19.40. miei soliti quaranta minuti di ritardo all’appuntamento davanti alla stazione Termini, mi preparo psicologicamente per sicurezza, anche all’eventualità di incontrare un ciccione senza più capelli col riporto chilometrico e psoriasi da stress, ma appena lasciata la macchina davanti al Mc di via Giolitti rigorosamente in doppia fila e con le quattro frecce (emergenza appuntamento!) e scesa a cercarlo mi ritrovo davanti ad un meraviglioso miracolo della natura “la duplicazione del macho spagnolo”.
Javier in tutto il suo fascino di medico in carriera specialista in “cuidado intensivo” (ma non sarà medicina d’urgenza come George Clouney in ER? Questa cosa mi suona terribilmente sexy!) di poco più che trentenne (ma perché la fase crescente degli uomini inizia proprio in corrispondenza del principio della fase calante delle donne?), bello come il sole, con tutti i capelli ed una barba incolta di qualche giorno, accompagnato da un tipo, se possibile, fisicamente ancora più attraente di lui (e che nel corso della serata scoprirò essere un lanciatissimo pubblicitario sulla piazza di Madrid e suo amico dai tempi dell’asilo).
Tiro un sospiro di sollievo, mi avvicino col miglior sorriso di cui sono capace e mi getto tra le braccia di Javier, in pieno stile vecchia amica, senza disdegnare di tastare un po’ il muscolame dei bicipiti forti e tonici.
Raggiungiamo Miria, già a San Lorenzo (da dove altro iniziare la serata da ex-erasmus se non dal quartiere universitario della città?).

Per me e Miria è un giro collaudato che facciamo spesso nelle nostre uscite infrasettimanali ma stasera il tocco in più è dato dall’essere accompagnate da due tipi interessanti con fisici e lavori favolosi e conversazione brillante.
A dire il vero tra le due solo io mi perdo in queste riflessioni, Miria, fidanzatissima e donna “de core” è più presa dal lato sentimentale dell’incontro, dall’amico ritrovato, dalla nostalgia per i bei tempi andati....

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