giovedì 27 novembre 2008

Il Dimenticalingua

Tra la miriade di strani tipi con cui mi è capitato di uscire in queste ultime settimane c’è stato anche un esemplare di quelli che io definisco i Dimenticalingua.
Per quelle poche fortunate a cui non è capitato mai di uscirci diamo una definizione del tipo: il Dimenticalingua è colui a cui da piccolo -alle medie in genere quando le altre guardano ancora i cartoni mentre io, ragazzina precoce, mi esercitavo col mio compagno di banco a creare il bacio perfetto per essere pronta all’arrivo del principe azzurro- hanno detto che per baciare bene le ragazze bisognava mettergli la lingua in bocca ma, probabilmente confidando nella loro iniziativa personale, non è stato detto che la lingua bisogna pure muoverla seguendo e dosando sapientemente istinto e passione, purtroppo non passando questo fondamentale messaggio adesso a noi povere ragazze arrivate al momento del fatidico bacio tocca sempre sperare di non trovarci davanti ad un fastidiosissimo Dimenticalingua.

Forse qualcuno potrebbe ritenermi esagerata con questa storia, ma la ricerca di un bravo baciatore è tutt’altro che uno scherzo! Potrei innamorarmi del proprietario di una lingua come si deve che soprattutto sappia usarla come si deve anche perché come i panda e le tigri bianche della Malesia sono una specie in via di estinzione.
Ovviamente, come sempre in questi casi, la colpa la si dà alla società, al rapporto con la madre che magari li ha straviziati facendogli trovare sempre tutto pronto e rendendoli drammaticamente pigri, alle donne diventate troppo aggressive che deprimono l’istinto cacciatore maschile….

Ma diciamoci invece la verità, i Dimenticalingua sono fondamentalmente degli imbranati, nerd sopravvissuti a se stessi che, abbandonati i brufoli adolescenziali, hanno scoperto un viso vagamente umano e, aggiungiamo noi, immeritatamente carino, ma un nerd sempre tale rimane anche se ormai trentenne ed ingegnere nucleare.

Sì, per la cronaca, i vostri compagni delle superiori sfigati che leggevano fumetti e parlavano di computer già prima dell’avvento dell’era Gates e facevano stupidi e incomprensibili giochi di ruolo che naturalmente voi snobbavate per il bulletto del quartiere che veniva a prendervi all’uscita da scuola con una moto truccata e senza casco, che adesso sconta una condanna per lesioni per aver pestato a sangue un tifoso della squadra avversaria all’uscita dallo stadio, sono diventati tutti invariabilmente ingegneri informatici, elettronici, telematici, elettrici e chi più ne ha più ne metta.
Hanno tutti trovato lavoro tre minuti dopo la laurea in qualche grande società internazionale dove con il loro fervore nerdiano sgobberanno per tutta la vita guadagnando un dignitoso stipendio e arricchendo le tasche di quei furbi che invece hanno scelto all’università la facoltà di economia, laureandosi dieci anni fuoricorso ma finendo poi a lavorare nel settore management delle società in cui i nostri nerd adulti sgobbano gioiosamente sguazzando nel web e centellinando le vacanze per non danneggiare l’azienda.
Ma non divaghiamo…

Dicevamo del fastidioso Dimenticalingua con cui mi è capitato di uscire ultimamente.
All’apparenza, come molti maschi della sua specie, nessun segno che lasciasse immaginare.
E poi che dire? Bel ragazzo senza dubbio, fisico da sportivo e atteggiamento vagamente johnnydeppiano (giuro lo aveva…ma forse era solo nei miei sogni!) ho accettato di uscirci senza pensarci troppo, in fondo è sempre novembre e in autunno si sa la gente si chiude in casa ed esce poco e noi pasionarie del venerdì sera dobbiamo portare a casa il risultato!
Insomma arriva il fatidico bacio ed io già vagamente sospettavo….
Alcune persone hanno i presagi su catastrofi o altri grandi eventi, io ho i presagi sui tipi che baciano male, mica da poco no?
Arriva questa lingua e toch.
Ferma!
Immobile!
Ed in più anche il formato lasciava a desiderare.
Da serpetta.
Ispida.
Bleah!
Una serata buttata, un bel visetto e un fisico niente male sprecato….
Alla fine riesco pure a riderci su pensando che magari un giorno o l’altro mollo il lavoro e comincio ad organizzare corsi per formare il baciatore perfetto….altro che calciatori…le ragazze se li contenderebbero…ed io visti i risultati avrei almeno le tasche piene!

martedì 28 ottobre 2008

Le gerbere rosa del Verano...

Roma resta una delle poche grandi città al mondo in cui dopo il tramonto, se non hai fatto la spesa puoi andare in crisi perché praticamente non esistono i mini-market aperti ventiquattro ore che illuminano le notti delle metropoli a ogni latitudine.
In compenso a qualsiasi ora, di qualsiasi giorno dell’anno c’è sempre un fioraio aperto, pronto a soddisfare le esigenze di un innamorato in crisi.
Forse è anche questa una delle piccole cose che la rendono una delle città più romantiche del mondo.
In genere i piccoli chioschi di fiori sparsi per il centro della città sono gestiti da stranieri, quasi tutti egiziani arrivati in Italia nei modi e coi mezzi più disparati, spesso clandestini, tutti accomunati dall’orgoglio di aver reso un mestiere così romantico appannaggio quasi esclusivo dei membri della loro comunità.
Mohamed è un ragazzo che vende di notte i fiori in uno dei tanti chioschi intorno al cimitero del Verano, enorme monumento silenzioso incastonato tra la chiassosa vita del campus della Sapienza ed il quartiere universitario di San Lorenzo, ha tanti sogni e una fidanzata al Cairo che lo aspetta e che di notte gli manda sms e squilli per non farlo sentire troppo solo.
Mohamed però non può tornare in Egitto, vive e lavora da clandestino in Italia da cinque anni e sa che sarebbe difficilissimo rientrare se andasse via anche solo per poco tempo.
Mohamed compone bellissimi fasci di fiori e, notte dopo notte, regala speranze e un po’ di romanticismo ai romani insonni e, nel frattempo, spera anche lui nella realizzazione del suo piccolo sogno chiamato permesso di soggiorno.
Io sono una sua cliente abituale, ogni sabato notte quando in realtà è già quasi domenica mattina mi fermo da lui e compro le mie solite gerbere rosa, anemoni a marzo.
Lui ci aggiunge sempre una rosa rossa, anche se continuo da mesi a ripetergli che a me proprio non piacciono.
Poco a poco diventiamo amici.
Lui mi racconta del futuro che sogna quando un giorno finalmente potrà sposare la sua ragazza, io gli del mio ultimo disastro sentimentale.
Ridiamo insieme.
A volte ci prendiamo in giro usando battutacce da bar, lui mi dice che una donna sola di notte dovrebbe stare a casa, io gli rispondo che faccio quello che mi pare e che lui dovrà abituarsi a sentirsi rispondere così anche dalla sua fidanzata in Egitto.
Me ne torno a casa che il sole già ha cominciato a colorare il cielo.
Per me è l’alba di una domenica qualunque per lui comincia il meritato riposo prima di rimettersi a comporre fasci di fiori per l’ennesima notte..

giovedì 23 ottobre 2008

Intimità duratura...

Oggi sono stata a fare una visita di controllo in ospedale.
Preparata ad una lunga attesa davanti all’ambulatorio mi ero “attrezzata” con quotidiani ed un libro da leggere che però poi ho tenuto tutto il tempo chiusi perché affascinata da ciò che mi accadeva davanti.
Gli ospedali infatti sono rimasti tra i pochi luoghi dove è ancora visibile e tangibile l’amore vero, quello duraturo e per tutta la vita.
Mentre io aspettavo, tutta sola immersa nei miei pensieri e innervosita dal tempo che mi stava facendo perdere quello stupido controllo di routine, decine di anziane coppie mi passavano davanti coi loro passetti lenti, bastoni o stampelle al seguito, facendomi sentire chiaro il significato di quelle frasi che un tempo si sentivano pronunciare spesso, cose del tipo: “l’amore cambia, si tramuta, diventa altro, quando muore la passione nasce dell’altro a legare una coppia…”.
Frasi che ormai non si sentono più e a cui la mia generazione non saprebbe dare un significato
Per noi quando l’amore si tramuta non si aspetta che nasca altro con la persona che ci sta davanti con la quale pure abbiamo condiviso momenti speciali, l’amore per noi è sinonimo di sesso, passione e sensazioni forti e quando quelle sensazioni si indeboliscono passiamo a qualcun altro che ce le procuri nuove senza starci troppo a pensare.
Non cerchiamo amore, cerchiamo nelle persone che incontriamo droghe antropomorfe, anestetizzanti efficaci per riempire le nostre vite bulimiche piene di cose da fare ma che a noi appaiono sempre drammaticamente vuote.

Ed invece lì, davanti a me, in quel corridoio lunghissimo e male illuminato ho continuato a vedere per ore tenere signore coi capelli bianchi arruffati in improbabili chignon che reggevano coetanei spelacchiati che camminavano a stento, signori ottantenni dall’aria distinta che si abbracciavano donne la cui giovinezza era orami solo un vago ricordo, tutti loro discutevano animatamente tra loro di medicine, di protesi e di pannoloni, ma ognuna di quelle parole suonava alle mie orecchie come una dichiarazione di eterno amore che si concretizzava ogni giorno da qualche decennio.

Chissà che male incurabile avranno pensato che avessi quando riflettendo sulle sensazioni che in quel momento provavo un paio di lacrime hanno cominciato a rigarmi il viso.

In fondo l’unica persona veramente sola in quell’ospedale con tutta la mia giovinezza, con tutti i miei weekend organizzati da qui al 2012, con tutte le mie avventure più o meno divertenti ero proprio io, unica rappresentante di una generazione che ha fatto del presente l’unica ragione di vita, che non conosce costanza, che rifugge dall’impegno e dalla dedizione incondizionata come fossero peccati capitali.

Dopo qualche ora passata così comincio ad aver voglia di andar via da quel posto perché capisco che forse faccio parte di una generazione che sta sbagliando tutto e questo mi fa paura
Realizzo che, non oggi, ma in futuro gli ospedali saranno dei luoghi di estrema solitudine
Succederà quando ad essere vecchi saremo noi che non siamo stati capaci di coltivare sentimenti,
noi che ci saremo scordati di fare figli perchè troppo preoccupati e impegnati ad organizzare vacanze, weekend, uscite e bevute, noi che avremo lasciato strada facendo decine di compagni buttati al lato di una strada come vecchi maglioni, noi che avremo riempito la nostra vita fino all’inverosimile di cose futili e poco durature.
Si, gli ospedali in quel momento saranno luoghi di estrema solitudine.

sabato 18 ottobre 2008

AAA Fidanzato 3x2 offresi il supermercato dell'amore seconda parte...riflessione del giorno

Un nuovo cappotto, un nuovo paio di scarpe…perché non un nuovo fidanzato? MEETIC

Stamattina navigando pigramente su internet mi sono imbattuta nella nuova pubblicità di MEETIC, famoso sito combina matrimoni cui tutti hanno in un momento o nell’altro hanno buttato un occhio, magari solo per curiosità, anche se nessuno che io conosca lo ha mai ammesso pubblicamente.
Lo spazietto pubblicitario in basso a destra della pagina di Vanity Fair sulla quale capeggiava il bel faccione di Angelina Jolie (sarà la decima copertina che Vanity dedica quest’anno alla coppia Brangelina, qualcuno può fargli sapere che non se ne può più?) invitava senza mezzi termini a farsi un nuovo paio di scarpe…o un nuovo fidanzato…
Mi domando a questo punto vista la recessione e le promozioni che tutti i negozi ci propongono perché non prendersi entrambi al supermercato dell’amore?
Personalmente propongo di fare reparti contigui, così mentre staremo scegliendo il nostro bel paio di scarpe nuove potremo vedere subito se si abbinano bene al nostro nuovo ragazzo e ci eviteremo errori di stile che, diciamocelo, sono fastidiosi, soprattutto se si tiene conto che nell’angoletto degli acquisti sbagliati che ogni ragazza possiede nel proprio armadio un paio di ragazzi alti 1,80 m frutto di un acquisto compulsivo, davvero ci starebbero stretti.
Penso di darmi a un periodo di singletudine karmica per ribellarmi a questo scempio…

giovedì 16 ottobre 2008

Un grosso e irreparabile errore....

Ho già scritto in altre occasioni di quante spesso mi capiti di pensare al ritmo vorticoso che ha raggiunto negli ultimi tempi il cambiamento della struttura dei rapporti umani fino ad eliminare le figure tradizionali di relazioni di coppia che magari possono ancora essere familiari alla generazione dei nostri genitori.
È facile ammettere di essere diventati tutti molto più disillusi e di aver ridotto drasticamente le nostre aspettative nei confronti delle persone con cui ogni giorno ci troviamo ad interagire.

Tutto questo si ripercuote inevitabilmente anche sulla concretezza che ognuno di noi riesce a dare alle proprie relazioni.
Sempre più spesso ci costringiamo, nostro malgrado, a rendere ogni cosa il più possibile superficiale perché questo richiede il cliché che ci siamo scioccamente adattati a seguire.

Può capitare così di lasciarsi sfuggire alcune rare eccezioni a questa regola secondo cui in questo assurdo gioco al ribasso dei sentimenti vince chi investe meno e prende di più, proprio perché si danno per scontato troppe cose senza prima avere indagato che le stesse siano vere, per la mancanza di fiducia che aprioristicamente diamo ad ogni nuova persona che entra nella nostra vita, che solo pochi minuti dopo averla conosciuta già vediamo come qualcosa inevitabilmente di passaggio.

A me questa rara eccezione è sfuggita poche settimane fa, quando troppo presa dai miei giochi da single che preferisce mantenere il piede in due o tre staffe (tanto diamo per scontato che chi ci sta di fronte lo fa a sua volta e allora perché farsi scrupoli di sorta?) non mi sono quasi accorta del passaggio nella mia vita di una persona speciale.

La natura diffidente che uomini e donne sulla trentina, variamente provati nei sentimenti, hanno sviluppato e nella quale io mi riconosco non tanto per il sentimento di diffidenza in quanto tale, nel quale generalmente non mi ritrovo, quanto nei comportamenti che da esso scaturiscono a cui a volte come qualsiasi essere umano impaurito e sentimentalmente maldestro mi conformo per evitare ogni possibile fracasso sentimentale che mi costringerebbe a mesi di pausa forzata sentimentale che, in un mondo come quello delle relazioni umane divenuto talmente competitivo ed incalzante da poter insegnare qualcosa al mondo della finanza, nessuno può permettersi.

Incontro Christian, dolce, simpatico, intellettualmente interessante, fisico prestante con una situazione sentimentale complessa che da subito fa accendere la piccola lampadina lampeggiante che mi dice “stanne alla larga”, ma che non posso fare a meno di vedere perché, si sa, i sentimenti viaggiano su piani diversi rispetto a queste lampadine di emergenza.
Unico escamotage per non cadere nel pericolo “innamoramento inopportuno” lasciarmi aperta qualche via di fuga che mi attutisca il colpo nel momento in cui, come do per scontato la sua situazione sentimentale si ripresenterà all’orizzonte a chiedere il conto.

La cosa va avanti per un po’ ed io mi rendo conto che il coinvolgimento emotivo diviene sempre più pesante e la paura del dolore sentito ormai come imminente non riesce a non condizionare i miei comportamenti che sfociano in un panico emotivo che credo ogni trentenne riluttante all’impegno abbia provato almeno una volta.

Si perché è pur sempre vero che il panico emotivo può essere condiviso dalla persona che si ha davanti ma può anche capitare di peggio e cioè sentirsi nel panico per qualcuno che invece prova solo indifferenza per il nostro travaglio e allora si cerca solo di correre ai ripari.

Decido di darmi vigliaccamente alla fuga, ma non mi riesce.
Allora intensifico le mie mezze cose, il famoso piede in due o tre staffe, che però hanno il solo effetto di mettermi ancora più voglia di stare con lui che invece mi coinvolge col suo modo di essere speciale e, cosa che ha sempre la sua importanza, con le sue inaspettate doti amatorie.

La goffaggine accumulata da anni di fredda razionalizzazione dei sentimenti, da mancanza di trasporto e coinvolgimento emotivo mi spingono a fare sbagli continui, in una situazione per me tutto sommato nuova, che inevitabilmente si ripercuotono su un rapporto ancora molto precario e vulnerabile.

Buff!
Stang!
Boom!
La strage emozionale!
Il disastro colposo dei sentimenti!
Tutto ciò che si voleva evitare ad ogni costo si è verificato seguendo il terribile filo dell’irrazionale che da qualche parte continua a stare dentro le nostre razionalissime vite.

Il mio bel ragazzo, dolce simpatico e grande amatore svanisce così come era apparso nella mia vita.

Prognosi: almeno sei mesi di convalescenza emotiva fatta di poesie d’amore e disperazione, film romantici senza lieto fine da Love Story a Dirty Dancing (passando nei casi gravi anche per Titanic) e canzoni di Lionel Richie e Celine Dion e persino qualche concessione ai normalmente odiatissimi Gigi D’Alessio e Tiziano Ferro per farsi veramente male.

Rientro nel grande e perverso mondo delle relazioni sentimentali entro la primavera, fortificata dalla nuova esperienza, meno vulnerabile e sempre più lontana da quel modello di amore puro e disinteressato che ormai resiste in qualche film, in qualche canzone ed in qualche angoletto recondito nel mio cuore.

giovedì 9 ottobre 2008

Chi scambierebbe un Picasso con Johnny Depp?

Questo pomeriggio uscita prima dal lavoro ho accompagnato la mia amica Sara, super giornalista di moda vezzeggiata e coccolata da tutti i pr e gli uffici stampa della capitale ad uno di quegli eventi pseudo artistici dove tutti fingono di capire qualcosa, ma in realtà nessuno capisce granché e si attende l’apertura del buffet e dell’open bar appena finita la conferenza stampa di rito.
Location d’eccezione a due passi da Montecitorio pr in tiro e gente dal viso contorto come deve essere tra artisti di grido.
Sara si tuffa tra i suoi amici artisti e giornalisti vari, io prendo posizione in zona strategica, per vedere chi entra e chi esce e, soprattutto, a due passi dallo champagne.
Posticino davvero interessante, butto uno sguardo al menu, cocktail da nomi divertenti a 12 euro al bicchiere, arredamento ricercato ma accogliente, solita barista maggiorata dell’est al bancone, ma aspetta….chi è quel Johnny Depp che mi sta venendo incontro con un vassoio e una decina di bicchieri pieni?
Ecco qua! Vivi per anni in un posto e ti accorgi solo oggi del bar col cameriere più hollywoodiano della città!
Prendo il primo bicchiere di prosecco e scambio due battute cretine con lui solo per controllare la voce.
A volte può capitare di ritrovarsi di fronte ad un Antonio Banderas come questo e poi al voice test parla come paperino.
E invece no! Ha una voce sensuale tanto quanto il resto e con un vago accento del sud.
Decisamente è un incrocio tra Antonio Banderas e Johnny Depp, bevo tutto d’un sorso il mio prosecco e comincio a sfogliare distrattamente alcuni libri d’arte aperti sul tavolino davanti a me, giusto per far passare il tempo mentre Sara fa le sue interviste ed intanto continua ad arrivare gente tra poco mi prenderà una crisi di claustrofobia.

Quello che amo di queste serate dedicate a qualche evento che ha a che fare con l’arte è che, oltre a farmi passare del tempo con Sara, che è in assoluto la persona con la cultura del fashion più spiccata che conosco e con un senso dell’estetica secondo soltanto a John Galliano, mi permettono anche di poter osservare le nuove mode che vanno diffondendosi tra questi gruppi di nevrotici che poi inevitabilmente ritroveremo nei grandi fashion store rivisitati e corretti per comuni mortali tra un paio di stagioni.
Riuscire a captare le prime avvisaglie di una nuova tendenza è un gioco che sempre mi ha appassionato e questo oggi è il posto giusto, almeno finche mi manterrò sobria.
Intanto il secondo prosecco è andato giù che è una meraviglia ed il mio atteggiamento col cameriere diventa sempre più ammiccante, abbandono l’ipotesi Banderas, decisamente somiglia di più a Johnny Depp anche se non saprei esattamente in quale film…
Oh che bello arriva il sushi, almeno ammortizzo il terzo bicchiere di prosecco che neppure ho fatto in tempo a prendere ed è già finito.
Dopo il terzo bicchiere individuo il film “Chocolat”!
E che voce sensuale, è decisamente Johnny…
Torna Sara.
Commentiamo un po’ la gente che ci circonda, mi fa conoscere un paio d’artisti di belle speranze del panorama romano, chiacchieriamo delle mostre di prossima apertura, io ho una vaga idea di quelle della capitale, loro spaziano da Berlino a San Pietroburgo come se nulla fosse.
Quarto prosecco!
La conferenza stampa sta per avere inizio, ma in un’atmosfera distesa, con giornalisti ed artisti stipati un po’ ovunque, su sofà e poltrone e grandi cuscini adagiati sul pavimento, i più stanno scomodi da morire ma cercano comunque di fare una faccia che Ben Stiller in Zoolander definirebbe “figosa”.
Sara nella calca resta bloccata un po’ distante da me, io assaggio ancora un po’ di sushi per giustificare il quinto prosecco.
Decisamente adesso guardo in modo concupiscente il bel Johnny Depp che mi sta davanti distribuendo flute agli ospiti e non posso fare a meno di immaginarmelo ricoperto di quel meraviglioso cioccolato che si vedeva nel film.
Mi accorgo che l’intensità dei miei sguardi è stata equivocata perché un ranocchio che sta giusto al fianco dell’uomo dei miei sogni mi fa segno con il suo bicchiere e mi lancia sguardi di fuoco.
Io faccio la vaga cercando di non distrarmi dalla mia visione paradisiaca, intanto la conferenza stampa inizia
Una foulardata cinquantenne parla di rete tra non so che musei, prosegue il direttore di non so che parlando dei loro futuri lavori, io ignoro tutti, ho occhi solo per il mio giovane amico che mi continua a versare prosecco nel bicchiere…siamo a sei.

Il ranocchio non demorde, continua a cercare il mio sguardo.
- Uff…ma che vuoi?
Ma dove và con quella rivisitazione in chiave stracciona del regale panama di Borsalino?
Please, non c’è trippa per gatti! Smetti di distrarmi dalla …..che questo vinello mi provoca…
Intanto Sara da lontano mi fa segno di guardare dalla parte del mio bel cameriere e del ranocchio che non si sposta, gli occhi di Sara sono compiaciuti.
Lo credo bene, avrà notato anche lei il tipo…avrà più o meno 26 anni e neppure un filo di grasso.
Sorrido a Sara.
Che intesa! Ci capiamo con uno sguardo.
Lei si divincola e riesce piano piano ad arrivare da me.
Arriva ancora tutta affannata proprio mentre lei mi dice – ma hai visto chi ti guardava e cercava di rimorchiarti? L’organizzatore della serata annuncia la presenza tra noi di quello che viene considerato l’artista del decennio di non so quale tipo di arte concettuale, appena premiato al MOMA di New York ed invita il ranocchio a raggiungerlo per ricevere gli onori di casa e tutta una serie di omaggi che tutte le amministrazioni comunali, provinciali, regionali ed intergalattiche si sono premurate di fargli pervenire.
Scoppio a ridere per il mostruoso equivoco, intanto la conferenza stampa finisce con mille applausi e giornalisti che si accalcano al buffet, il cameriere Johnny si affretta a tornare al suo lavoro e il ranocchietto si avvicina forte del suo nuovo status di superartista internazionale e butta giù un paio di battute rimorchione da far rabbrividire…
Mezzo sorriso, chiedo scusa e passandogli gentilmente a fianco mi dirigo anch’io verso il bar.
Caro mio sarai pure l’artista del decennio ma una visione di Johnny Depp nudo e ricoperto di cioccolato non ha eguali!

mercoledì 8 ottobre 2008

Amore e numeri uno

Mai numero è stato e sarà più importante in amore.
Cosa potrà mai far battere di più il cuore del primo amore?
Il primo sguardo che si incrocia, la prima volta che le mani si sfiorano e poi il primo appuntamento, il primo bacio e poi la prima volta.
Ricordi ed emozioni risalgono dal un profondo che neppure sapevamo di avere e rivediamo visi che avevamo dimenticato, occhi verdi che ci avevano rapite, braccia forti in cui ci eravamo immerse.
Inevitabilmente tornano a galla anche le prime delusioni.
Il primo tradimento, come il primo ragazzo, non si scorda mai.
Ma il numero uno non rimane confinato nei ricordi dell’adolescenza.
Ogni nuovo amore è un numero uno perché nel momento in cui lo viviamo è il più speciale, quello che ci fa di nuovo immergere in quel piccolo paradiso adolescenziale.
La persona che amiamo è l’unica capace di far tornare ragazzino chi ragazzino non è più.
È colui che ci mantiene giovane il cuore, è il miglior rimedio contro le malattie e l’invecchiamento precoce.
E ricordate: se il vostro uomo o la vostra donna non vi provocano questi sconquassi lasciatelo subito e uscite alla ricerca…da qualche parte nel mondo c’è il vostro numero uno che vi sta aspettando!

sabato 4 ottobre 2008

Il concerto dei Negramaro

La canzone più bella di questo autunno arrivato troppo in fretta è “Un Passo Indietro” dei Negramaro.
Struggente e disperata ti entra dentro e ti trascina come fosse un fiume in piena.
È la canzone che fa pensare a quel periodo della vita in cui tutte le emozioni di amore e odio sono portate all’estremo in un parossismo che sconvolge ogni pensiero e che chiunque abbia avuto un’adolescenza ed un primo amore conosce bene.

La ascolto di continuo e decido che andrò a vedere il concerto che si terrà prossimamente a Roma.

Urge, dunque, un fidanzato degno della canzone che mi accompagni e che poi per il resto della vita, anche quando sarà tutto finito, rimanga il mio ragazzo di quella canzone.
In un impeto di sicurezza compro i biglietti per due, tribuna numerata, praticamente tre passi dal cantante-….trent’anni e un po’ di soldi in banca di più di quando si poteva contare solo sulla paghetta mi fanno prendere il meglio che il palazzetto dello sport possa offrire.

Non sono la sola nel condominio dove abito ad essermi appassionata a questa canzone.
Anche Sara, la ragazza del piano di sotto, l’adolescente dalla voce più stridula che io abbia conosciuto, quella che da anni mi sveglia ogni fine settimana alle 9.00 del mattino con le canzoni di Renato Zero al massimo volume, nelle ultime settimane si è convertita all’ascolto continuo di questa canzone bellissima.

Anche a lei manca qualcosa per andare al concerto.
In realtà entrambe abbiamo esattamente ciò che manca all’altra.
Io ho avuto i più di cento euro necessari per acquistare posti perfetti quelli a un passo dal palco e con spazio sufficiente per ascoltare le note più dolci dell’anno comodamente abbracciata al proprio ragazzo senza essere continuamente spintonati da altre coppie di ragazzini con l’apparecchio ai denti.

Lei invece ha il fidanzato ideale, il sedicenne con accenno di barba, motorino e aria da bulletto che la fa sognare per interi pomeriggi mentre davanti alle scale dell’entrata di casa sbarrano l’ingresso principale costringendo tutti i vicini a fare le acrobazie con le buste della spesa.
Sedici anni lei e un sacco di sogni su un ragazzo che poi ci si ricorderà sempre come il primo amore.

Trent’anni io e tutta una serie di mezze cose, mezze relazioni, mezzi impegni, mezze frasi.
Ma strano a dirsi le emozioni per entrambe sono le stesse.
Tanti anni di differenza eppure gli stessi sogni e mi chiedo se in fondo, per certi aspetti della vita, sia impossibile crescere o se invece sono io ad avere qualche serio problema di maturazione personale.

Passano le settimane il concerto si avvicina, il ragazzo perfetto per andarci resta un miraggio, le varie mezze cose diventano un quarto di cosa e poi svaniscono una dopo l’altra perché troppo deboli per resistere alle prime piogge.

Sara intanto col suo ragazzo continua a scambiarsi baci pieni d’amore a tutte le ore del giorno sempre rigorosamente seduti davanti ai gradini dell’ingresso e a sognare ascoltando “Un Passo Indietro” ad un volume tale che persino i Negramaro dal Salento sono in grado di ascoltare.

Io dopo un po’ realizzo che tutte le mie mezze cose messe insieme non porteranno a nulla e alla fine mi decido per l’unica cosa giusta da fare.

A patto che d’ora in avanti non accenda più la radio a un volume tale che si possa ascoltare da casa mia prima di mezzogiorno durante i fine settimana, regalo a Sara i miei favolosi biglietti in prima fila al concerto dei Negramaro.
Sono certa che la cosa le regalerà un ricordo meraviglioso quando a trent’anni potrebbe avere una vita fatta di mezze storie con mezzi fidanzati e a me regalerà un po’ di tranquillo riposo la domenica mattina.

giovedì 2 ottobre 2008

A.A.A. Fidanzato 3x2 offresi…..il supermercato dell’amore…

Da quando ho capito che il giovedì pomeriggio è uno dei giorni con minore affluenza di famiglie con bimbi al seguito nei centri commerciali ho eletto questo giorno come quello della spesa settimanale.
È fantastico perché coincide con la giornata del filmone versione femminile – cioè storie lacrimevoli a lieto fine - su Foxlife in coincidenza col filmone versione maschile su Fx – cioè storie trash con Lino Banfi - e quindi per me coincide con alcuni sacri rituali fatti di crema idratante per il corpo, maschera nutriente per il viso, nutella, tisana rilassante e caramelle gommose a volontà, per cui la tappa al super è fondamentale.

Uscita dal supermercato soddisfatta della mia scorta: 3 lasagne surgelate monoporzione marchio “SingleProud” o qualcosa di simile, 3 mele, caffè, balsamo per capelli e naturalmente nutella per la nutelloterapia, mi preparavo a compiere i miei soliti slalom tra i promoter, ragazzi neo laureati che con faccia poco convinta ti offrono “vantaggiosi” abbonamenti a compagnie telefoniche, sottoscrizioni a fantasmagoriche carte di credito a tassi interessanti (interessanti???...ma in quale paese balcanico è interessante il 17%?).

Oggi però dribblati i primi due ragazzetti, ancora pieni di brufolame tardo adolescenziale, venivo catturata da due simpatiche ragazze appostate dentro uno stand pieno di colori e cuoricini.
Una volta entrata in questa specie di tenero e postmoderno stand delle meraviglie di due metri per due mi veniva offerta la "straordinaria" possibilità di approfittare dell’offerta “appuntamento al buio paghi due prendi tre” con l’agenzia di incontri tal dei tali...
Intanto chi vi ha detto che sono single?
C’è un sistema elettronico che avverte queste due del passaggio alla cassa di qualcuno che ha comprato generi alimentari in monoporzione?
Ho i capelli troppo in ordine per non sembrare una madre stressata?
Mi avete seguita e avete notato che prima di entrare al supermercato per ben due volte sono tornata in macchina portando ogni volta tre diverse scatole di scarpe e lo avete ritenuto un evidente segno della mia singletudine isterica?
Ero così presa da questi pensieri che quasi non facevo caso alla loro assurda proposta: iscrizione all’agenzia di incontri (la dicitura agenzia matrimoniale è sorpassata) e offerta speciale solo per questo mese di tre appuntamenti al buio al posto di due!

Ma scherziamo????????
Stanno parlando di uomini o detersivi per piatti?

- Beh si sa che non sempre in queste cose il primo incontro è quello giusto. Occorre incontrare diversi uomini prima di trovare la mia anima gemella!
Come se occorresse una venticinquenne con l’eyeliner alla Amy Winehouse per saperlo!
Bella è da quando avevo 15 anni che cerco il principe e invece incontro solo rospetti sulla mia strada e adesso tu mi dici che me li offri in tre per due?

Rimango ad ascoltare ancora un po’ la raffica di proposte che secondo loro dovrebbe conquistarmi come cliente, almeno fino a quando la promoter che era rimasta tutto il tempo silenziosa e che finora mi era sembrata la meno esaltata e per questo la più simpatica delle due tira fuori da una scatolina una tessera fedeltà.
Non ci credo!
Guardo bene la tesserina di plastica nella sua mano, non è molto diversa da quella che ti danno ai supermercati o ai distributori di carburante solo che questa è ricoperta di cuoricini rossi.
Improvvisamente mi rendo conto della follia della cosa.

Immagino frullatori in regalo al raggiungimento di 1000 “punti –disastro”.
Immagino allora la mia casa piena di quei frullatori, piena di offerte di cene tre per due e di uomini improponibili.
Lo squillo del telefonino mi dà una scappatoia per sfuggire alle due esaltate.
Controllo: è mia madre.
Non importa, è abbastanza per salvarmi!

Chiedo scusa, mi allontano di qualche metro e con voce quasi strillante rispondo
-amore mio sei tu! È tutto il giorno che ti penso...pochi minuti e sono a casa da te!” sorrido alle due matte giro i tacchi e me la squaglio.

mercoledì 1 ottobre 2008

Dilemma del giorno...

Cosa dovrei decidere di fare se, appena aperto il pc al mattino, mi ritrovo sul facebook lo scambio di effusioni, baci e regali virtuali, inviati rigorosamente in bacheca in modo che li possano vedere tutti, tra il mio ex, quell'Infamissimo dietro al quale ho perso un anno intero della mia vita e di cui ancora forse mi importa qualcosa, e la sua nuova donna e nella casella di posta la mail che mi dice di essere stata presa a lavorare a quel progetto che mi interessava tanto in Africa a cui ormai non pensavo più da un pezzo?

sabato 27 settembre 2008

Il messaggino della discordia

Ma quanto ha complicato la nostra vita sentimentale l'uso del telefonino?

Alzi la mano chi non si è distrutto almeno una volta nella vita per una chiamata non risposta in un momento in cui ne avevamo davvero bisogno!

Le nostre relazioni sentimentali si reggono ormai su rituali quali squilli inviati e ricevuti ad orari prestabiliti o sms di buonanotte con citazioni degne di una scatola di baci perugina, che accomunano quindicenni pariolini alla Moccia ad ultra quarantenni gommisti del Tiburtino Terzo .

L'Infamissimo, con cui uscivo l'anno scorso, aveva l'abitudine, che i primi tempi trovavo romanticissima, di farmi uno squillo appena aperti gli occhi e aspettare la mia risposta subito dopo.

Era il nostro modo per dirci buongiorno.

Il problema era che lui, per il suo lavoro, aveva l'abitudine di svegliarsi alle 5.30 del mattino e quando dopo un po' di tempo gli feci notare che non era necessario che questo nostro piccolo rituale si svolgesse appena aperti gli occhi, visto che io di mio mi sarei svegliata un'oretta e trenta più tardi, venni acusata di poca sensibilità verso un gesto così sacro e puro!

Ai tempi di Shakespeare la purezza e la sacralità veniva individuata dal giovane Romeo nello sguardo della sua Giulietta, oggi ci tocca accontentarci dello squillo alle 5.30 del mattino!

No comment sulla scoperta di aver, non solo ereditato lo squillo mattutino dalla ragazza precedente, ma anche di averlo a mia volta trasmesso alle ragazze che mi sostituirono copiose nel cuore e sulla rubrica telefonica dell'Infamissimo!

Episodio di qualche settimana che ha scatenato le mie riflessioni.

Da alcuni mesi, potenza di Facebook (altra croce e delizia delle relazioni moderne per cui, quando il tuo ex presente putroppo nella tua lista di amici si fidanza con la tua amica d'infanzia due giorni dopo averti detto di sentire il bisogno di una pausa di riflessione, la notizia viene portata alla conoscenza di tutti tramite le info personali del tuo profilo in cui puoi riportare tutto, ma proprio tutto compresi dettagli sulla tua vita sentimentale e sulle dimensioni delle tue corna!) avevo ripreso in contatti con un vecchio amico che da qualche anno avevo perso di vista.

Un amico un po' speciale di quelli con cui c'è sempre stata un'attrazione rimasta in sospeso ma tempi e fidanzamenti vari hanno sempre impedito che accadesse qualcosa in più.

Col tipo che da diversi anni aveva lasciato Roma per andare a vivere a Milano, dopo lo scambio dei rispettivi contatti msn (meglio non aprire il calderone msn!!!!) e qualche serata passata in chat si comincia a creare un "legame" stabile fatto di messaggini sul cellulare in momenti particolari della settimana, inviati più per riempire tempi morti (del tipo la sala d'attesa del medico strapiena e nulla da leggere) che per un reale interesse verso l'altro (questo almeno da parte mia).

Dopo alcuni mesi di corteggiamento delicato ma assiduo, con dettagli su episodi da me dimenticati come il vestito portato in una determinata occasione molti anni prima che aveva generato in lui i primi turbamenti giovanili o il dolore provato il giorno in cui arrivato a casa mia con l'intenzione di comunicarmi finalmente i suoi sentimenti di quindicenne innamorato gli dicevo, solo un attimo prima, di essermi fidanzata con mio compagno di banco, arriva la sua proposta di un incontro, magari un weekend su a Milano.
La nostalgia generata da quei ricordi su anni passati troppo in fretta, l'accorgersi di aver provato sensazioni simili in tempi diversi nei suoi confronti e la settimana della moda milanese che incombe con il suo meraviglioso e caotico carrozzone mi convincono a cedere alla sua proposta.

Entrambi non ci rendiamo ancora conto in quel momento di quanto i mesi trascorsi a parlarsi solo per messaggini di 145 caratteri abbiano "ridimensionato" verso il basso il nostro rapporto fino a non renderlo più neppure reale ma piuttosto una specie di spot televisivo dalla trama banale.

Con orrore mi accorgo di "parlarci" da oltre 6 mesi senza neppure conoscere davvero la sua voce che ormai sarà di adulto mentre io ancora me la ricordo con una forte inflessione verso il bambinesco...

Evoluzione e fine di una relazione in 145 caratteri...

sms lui:
-allora vieni su questo fine settimana? Ho una voglia matta di vederti...
(traduzione lui: ho visto le foto che hai fatto in spiaggia durante l'estate e ti sei mantenuta niente male, stavolta non mi faccio fregare sul tempo!!!!)

(traduzione Lissy: che romantico non ha paura di esprimere tutta la gioia che proverebbe nel vedermi di nuovo dopo tanti anni....chissà che voglia di ricordare assieme i vecchi tempi...)


sms Lissy:
-si può fare...come ci organizziamo?

sms lui:
-guarda io venerdì lavoro fino a tardi, magari puoi venire su il sabato mattina sul tardi così ti svegli con calma....
(traduzione lui: dovrei lavorare anche sabato e domenica per portare a termine quel progetto, ma la natura chiama, Lissy è una romantica se aspetto ancora un altro po' finisce che si innamora di qualche altro tipo e io rimango ancora una volta fregato. Meglio cercare di andare a letto presto venerdì, alzarsi all'alba sabato e lavorare fino al suo arrivo per poi concedersi il premio!)

(traduzione Lissy: eccolo il solito maschio rimorchione, non gli basta rivedere me dopo 15 anni? vuole pure uscire venerdì sera a fare il galletto...ora gli faccio vedere io...)

sms Lissy
- facciamo così rimandiamo tutto...io poi dovrei fare salti mortali per riuscire a venire su...

(pensiero di lui: cazzo mi sfugge!)

sms lui
- non potrei resistere ad aspettare tanto...ormai per me sei un chiodo fisso, ti penso ogni giorno...

(traduzione Lissy: carinoo!!!!ma come ho potuto pensare cose così cattive????ora gli mando un sms carino...ma un po' sostenuto)

sms Lissy
-sei proprio dolce!!!va bene cerco di organizzarmi....e poi così riuscirò ad uscire venerdì coi miei amici...

(a me stessa: perfetta! magari l'ho fatto anche ingelosire con quella battuta sugli amici!)

(lui su di me: è lessa!!! Finalmente la conclusione che desideravo da anni).

sms lui
-perfetto!!:)

(interpretazione Lissy: tutta qui la risposta? e l'esultanza? e la gelosia?ora mi sente....voglio dire...sono anni che mi vieni dietro bello mio ed io ero tra le ragazze più popolari della scuola quando tu eri un adolescente brufoloso e con l'apparecchio ai denti!)

sms Lissy dopo due giorni ore 23:
- mi sa che ho cambiato idea, forse non è il caso di vederci...

(interpretazione Lissy: tiè beccati questa! ed ora vediamo se non cominci a supplicarmi!!!)

sms lui ore 11.00 del giorno dopo:
-scusa se ti rispondo solo ora ma ieri sera stavo a una cena coi colleghi, festeggiavamo un compleanno e si è fatto tardi. dai voglio vederti, non resisto più

(Interpretazione lui: Lissy mia non cambi mai, continui a tirartela come quando avevi 15 anni ed io ti veneravo dall'ultimo banco, ora sono un manager e probabilmente guadagno più di te, scendi dal piedistallo e togliamoci sto sfizio...anche tu ne hai voglia!)

(interpretazione Lissy: e le suppliche? ok l'ultima parte un po' supplichevole lo è, ma sembra scritto con le parti basse e non col cuore...e poi che significa che stavi fuori? è piena settimana, non avrai fatto così tardi, a meno che non hai "concluso" la serata in modo tale da non potere rispondere....non è abbastanza...devi sudartela la mia visita caro mio!)

sms Lissy, 3 ore dopo (mica sto qui ad aspettare te io!)
- non so il rapporto che si è creato in questi mesi si sms è così particolare sarebbe un peccato sciuparlo...

(interpretazione Lissy: ed ora se non mi dici che il rapporto è speciale anche per te tronco tutto!)

(interpretazione lui: che stronza! lo dicevo, è la solita! Vuole farsi pregare.....rapido sguardo di lui alle mie foto fatte al mare con gli amici durante l'estate estate e messe in rete su facebook da un amico col significativo titolo di "bevuteeeee ed abbufffffate estive".....rapido ripensamento di lui: "cazzo!!!! ma guardala come sta in bikini....se non mando un sms come vuole lei mi sa che anche stavolta me la scordo!")


sms lui
- è vero! è un rapporto bellissimo, ormai non posso più fare a meno dei tuoi messaggi, sono un momento di gioia nella grigia routine...ripensaci...

(interpretazione Lissy: carino!!!!! un po' da baci perugina, ma non è mai stato un mago con le parole....però si nota l'impegno...)

sms io
- ok, vengo!

(interpretazione lui: fatta!)

(interpretazione Lissy dopo qualche minuto senza risposta: sono stata affrettata....)

sms Lissy
- sono fuori casa non posso accedere a internet mi guardi al volo gli orari dei treni?

(interpretazione Lissy: almeno ti impegni un po' per me!)

(interpretazione lui....dai ma vivi a Roma entra in un'agenzia! Io sto in super arretrato col lavoro per tutti sti mesaggi del cavolo...se solo io la smettessi di ragionare con le parti basse...basta ora gliene dico quattro...)

sms lui
-lissy sei la solita pigra, viziatella, devo lavorare non posso stare dietro agli orari dei treni....

sms io
-credo che questo fine settimana avrò un terribile mal di testa e non potrò viaggiare.....meglio se non ti fai vivo!!!!!!!!!!!!

lunedì successivo ore 20.00

sms lui
- mi sei tanto mancata questo fine settimana...

sms Lissy
- ci siamo detti cose cattive....

sms lui
-ci siamo male interpretati....

sms Lissy
- è normale con gli sms

sms lui
- forse dovremmo telefonarci qualche volta...

sms Lissy
- si, sarebbe carino...ma strano...ormai sono abituata così....sarebbe imbarazzante....

sms lui
- vero, ma dobbiamo almeno provarci

sms Lissy
- ok....allora la prossima volta ci sentiremo per telefono...


Espressione di terrore sulla faccia di entrambi...parlarsi al telefono? Che imbarazzo...ci rendiamo improvvisamente conto di avere perso, almeno nel nostro strano rapporto a distanza, l'uso della parola.

Sono trascorsi venti giorni senza sentirci....ovviamente nessuno dei due ha pensato solo per un anttimo di fare la famosa telefonata!

giovedì 25 settembre 2008

l'amico spagnolo - prima parte

Questa mattina appena sveglia non riuscivo a trattenere un bel sorriso come non mi capitava da tempo.
Il programma della giornata era interessante.
Sarebbe stata un’afosa e stressante giornata di settembre: lavoro, pausa pranzo troppo breve, vetrine dei negozi già pieni di meravigliosi cappottini invernali troppo costosi per le mie tasche…
Il programma della serata però era tutta un’altra cosa….
Dopo dieci anni dal nostro ultimo incontro avrei rivisto Javier, focoso sivigliano in vacanza a Roma e mia antica fiamma ai tempi dell’Erasmus in Germania (classe 1998…milioni di anni fa!).
A dire il vero di vera e propria fiamma non si sarebbe potuto parlare perché tra noi due non avvenne mai nulla di passionale, sempre se si esclude i "passionale" trasporto con cui passavo intere ore ad ascoltarlo parlare nel suo fluente inglese (che doveva utilizzare con me che di tedesco capivo pochino, ma anche l’inglese all’epoca era approssimativo).
Dei nostri trascorsi insieme quindi non rimaneva molto più che bellissimi ricordi di colossali bevute di birra tedesca, che mi fecero fare in quel famoso semestre il mio personale record di sbornie settimanali e di chili accumulati, come qualsiasi buon erasmus che si rispetti.
La ragione per cui tra noi non avvenne mai nulla si doveva (questa era la versione data dalla mia impareggiabile fantasia che attribuiva al bel morenito grandi turbamenti interiori dovuti ai miei sguardi innocenti!) ad una perfida fidanzata lasciata in Spagna a cui Javier era rimasto stoicamente fedele, nonostante le tentazioni, per poi scoprire al suo ritorno in Spagna di essere stato lungamente cornificato (la sua storia ha assunto ormai caratteristiche legendarie tra gli erasmus che se la tramandano da semestre a semestre quale naturale giustificazione per tutte le bravate commesse a danno ed all’insaputa di fidanzati inconsapevoli).
Catalogato ed archiviato nella sezione Uomini impossibili, la mia vita è andata avanti ed a quanto ne so, dopo la grande delusione d’amore avuta al rientro in Spagna, anche la sua.
Al corrente di una lunga relazione con una ragazza conosciuta sul lavoro ed essendo ormai in avanzata età da matrimonio, anche per i lascivi canoni spagnolo moderni, che me lo facevano immaginare nella città eterna in viaggio di nozze o in fuga romantica, apprendevo ieri da una telefonata pomeridiana di Miria, autentica icona romana che con me e Javier aveva condiviso quel fantastico semestre e che ancora a distanza di dieci anni mi sopportava come amica e confidente, che invece il suo accompagnatore sarebbe stato un vecchio amico e di fidanzate neppure l’ombra!
Anzi, la relazione lunga ed impegnativa era terminata ormai da un po’.
Inutile dire che è passato un milionesimo di secondo dall’apprendere questa notizia all’iniziare a fantasticare intorno a scenari da commedia romantica in cui i protagonisti si inseguono per anni affrontando una complicata serie di equivoci, malintesi e desideri repressi e finendo col ritrovarsi giusto all’ultima scena perché così scritto nel loro destino.
Scenari che inutilmente cercavo di relegare in qualche angolino silenzioso della mia mentre mentre sceglievo la mise da indossare per il nostro aperi-cena-gelato e passeggiata finale a tarda notte a Campo dei Fiori, in pieno spirito da turista ventenne americano, imponendomi jeans e camicia per poi indossare un delizioso vestitino nero con ampia scollatura ed adeguatamente accompagnato da scarpe Moschino Cheap and Chic tacco 9 (lo ricordavo non molto alto, meglio non eccedere!).
Ore 19.40. miei soliti quaranta minuti di ritardo all’appuntamento davanti alla stazione Termini, mi preparo psicologicamente per sicurezza, anche all’eventualità di incontrare un ciccione senza più capelli col riporto chilometrico e psoriasi da stress, ma appena lasciata la macchina davanti al Mc di via Giolitti rigorosamente in doppia fila e con le quattro frecce (emergenza appuntamento!) e scesa a cercarlo mi ritrovo davanti ad un meraviglioso miracolo della natura “la duplicazione del macho spagnolo”.
Javier in tutto il suo fascino di medico in carriera specialista in “cuidado intensivo” (ma non sarà medicina d’urgenza come George Clouney in ER? Questa cosa mi suona terribilmente sexy!) di poco più che trentenne (ma perché la fase crescente degli uomini inizia proprio in corrispondenza del principio della fase calante delle donne?), bello come il sole, con tutti i capelli ed una barba incolta di qualche giorno, accompagnato da un tipo, se possibile, fisicamente ancora più attraente di lui (e che nel corso della serata scoprirò essere un lanciatissimo pubblicitario sulla piazza di Madrid e suo amico dai tempi dell’asilo).
Tiro un sospiro di sollievo, mi avvicino col miglior sorriso di cui sono capace e mi getto tra le braccia di Javier, in pieno stile vecchia amica, senza disdegnare di tastare un po’ il muscolame dei bicipiti forti e tonici.
Raggiungiamo Miria, già a San Lorenzo (da dove altro iniziare la serata da ex-erasmus se non dal quartiere universitario della città?).

Per me e Miria è un giro collaudato che facciamo spesso nelle nostre uscite infrasettimanali ma stasera il tocco in più è dato dall’essere accompagnate da due tipi interessanti con fisici e lavori favolosi e conversazione brillante.
A dire il vero tra le due solo io mi perdo in queste riflessioni, Miria, fidanzatissima e donna “de core” è più presa dal lato sentimentale dell’incontro, dall’amico ritrovato, dalla nostalgia per i bei tempi andati....

mercoledì 24 settembre 2008

Appuntamento al buio con sorpresa...

Nel caos sentimentale di questi giorni trovo il tempo per un fugace appuntamento al buio.
Sulla carta tipo a posto, l’amica che me lo aveva consigliato era affidabile ed anche l’inizio della serata sembrava confermare la aspettative.
Viso carino, fisico asciutto, parlantina brillante, a tratti, addirittura esilarante.
Da una vita non uscivo con uno che mi facesse tanto ridere, pensavo di aver fatto bene a seguire il consiglio di Daria e poi, vista la mia situazione, confidavo molto nella teoria filosofica racchiusa nel vecchio detto “chiodo schiaccia chiodo”, per cui mi illudevo che se avessi trovato di meglio prima del rientro in città del “Bastardo” sicuramente sarei stata forte e pronta a resistere alle sue avances.
Arietta friccicarella romana, primo pulloverino di stagione appena comprato, nero monacale collo alto, manica corta su mini mozzafiato e tacco 12 e, naturalmente un bel po’ del mio mojito preferito della capitale al chioschetto di Ponte Milvio, sotto il grande tiglio (o platano?).
- per me niente mojito, vado sulla birra alla spina.
- Non ami i cocktail?
- Non amo gli alimenti verdi?
- Scusa?
- Si, non mangio roba verde. Verdure, piselli….e il mojito ha la menta, verdissima.
- Mi prendi in giro?
- No. Non potrei mai mettere in bocca qualcosa di verde, starei male.
Manteniamo la calma, dai! In fondo è particolare, forse un po’ fissato, ma che sarà mai? Ho visto di peggio.
- Ma hai qualche allergia?
- No, uhm è solo che…oddio viene giù una foglia da questo maledetto albero.
E salta sulla sedia come una donnina che ha appena visto un enorme topo nella sua cucina.
- non possiamo andare via da questo posto all’aperto?

Ci spostiamo al tavolo rigorosamente al chiuso di un ristorante vicino, ma la situazione non migliora.
Non mi ero mai resa conto, non prima di questa sera di quanto verde ci sia nella pietanze che consumiamo ogni giorno.
- Il sugo, si…ma ha il basilico? Il sedano? I piselli?
- le polpette? Hanno il prezzemolo.
- e le specialità siciliane?
- per carità tutti quei capperi.
Opta per gli spaghetti in bianco mentre io, con imbarazzo scelgo carne alla piastra e peperoni, evitando l’insalata e sperando che i peperoni siano rossi o gialli.
Ok, con uno sforzo mi costringo a sorvolare sulla questione che si fa di minuto in minuto più imbarazzante, in fondo il tipo è veramente interessante quando non si parla di cibo.
Eccolo lì, nonostante gli sforzi non posso ogni tanto soffermarmi a pensare alla faccia che farebbe di fronte ad un bel prato verde.
Cerco di dissimulare una risata.
Lui continua a raccontarmi del mare cristallino della Puglia ed io non posso fare a meno di pensarlo davanti ad un prato a strillare su di una sedia come aveva fatto poco prima sul lungotevere davanti a qualche centinaio di persone.
Su non essere cattiva! In fondo c’è tanta gente allergica alle cose più disparate.
Si, appunto allergica! Questo tizio ha la fobia del verde.
Mi rifiuto, nonostante tutto, di credere che sia l’ennesimo psicopatico.
È troppo divertente, ha un lavoro, degli amici, una vita sociale.
Sicuramente avrà trovato un modo dignitoso per convivere con questa piccola fobia.
Magari ormai è quasi solo un vezzo da artista in una vita composta e rigorosa.
Comincio quasi ad apprezzarlo e inizio a rilassarmi ed a godermi la serata.
Va bene ogni tanto la mente va via trascinata da buffe domande su vestiti verdi, auto verdi, ufo verdi che scendono di notte a rapirlo, ma la sua parlantina e le sue battute mi riportano rapidamente al presente ed alla nostra bella serata.
Qualche attimo di imbarazzo e una piccola smorfia di ribrezzo malcelato da parte sua all’arrivo dei peperoni (effettivamente verdi!) ma tutto fila liscio tra me che mangio in gran fretta i peperoni per levarglieli dalla vista e lui che cerca di guardare altrove.
Mi riaccompagna a casa dopo una lunga passeggiata in una strada senza alberi e con mio sommo stupore mi accorgo di essere stata veramente bene e per molte ore.
Ore piacevolissime che adesso ero certa avrebbero trovato degna conclusione in un bel bacio della buonanotte davanti alla porta di casa.
- è stata una piacevole serata, bisogna ripetere al più presto.
- Vero! È stata proprio una bella serata. Sono contenta di averti conosciuto.
E mi metto a portata di bacio.
Non pensavo più ai peperoni, ma non lui evidentemente perché improvvisamente inizia ad indietreggiare con espressione di terrore ed al mio sguardo sorpreso non riesce a rispondere nient’altro che:
- I peperoni!...e scappa via.

Le vacanze e la triste scoperta di settembre

Lui era carino, dolce, aveva quel mix di buone mariere ed attenzioni da classificarlo come "d'altri tempi".
A volte un po' noioso e banale, lo ammetto, ma aveva il modi giusti per convincermi a prendere parte a tutta una serie di iniziative agostane che mai avrei creduto potessero di nuovo interessarmi dopo i diciotto anni.
Eventi come il falò di San Lorenzo durante il quale tutti pomiciano, nessuno guarda le stelle e il più sfigato, chitarra al seguito, fa da sottofondo cantando Battisti o la mega gavettonata di ferragosto con trascichi di secchiate di acqua gelida fino al tramonto.

La vita di qualsiasi adolescente precoce, quale ero stata io, è sicuramente piena di passioncelle nate e morte così nell'arco di poche settimane, ma arrivare al giro di boa dei trenta e ritrovarsi a fare le stesse cose che a quindici anni può far sentire terribilmente cretini oppure terribilmente romantici...
E come pensate mi sia sentita io?

Quindi giorni di "amore" adolescenziale che si sarebbe concretizzato in qualcosa di sicuramente più importante al ritorno a casa...
Perchè lui non solo era di Roma, ma addirittura la sua casa si trovava a pochi minuti d'auto dalla mia!
Un segno del destino?

Proprio per niente, solo la mia fantasia ormai partita per la tangente che non riusciva a vedere in quel improbabile principe azzurro dai modi impeccabili i segni evidenti a chiunque di un rospo, rozzo, ormai avviato ad una calvizie precoce, con rotolini di grasso strabordanti e una conoscenza dubbia della lingua italiana e della grammatica.

Insomma tutto il contrario dei tipi che in genere trovo interessanti.
Ma in fondo non ero sempre stata accusata di essere stata spesso troppo superficiale nella scelta dei miei ragazzi?
Le mie amiche non mi tormentavano da anni dicendo che avrei dovuto dare maggiori chance anche a quei ragazzi fisicamente meno interessanti che però potevano nascondere un tesoro interiore da scoprire nel tempo?

Rientro a Roma una settimana prima di lui.

Gli ultimi giorni di vacanza erano stati particolarmente belli e calienti e con quei ricordi in testa e con la pelle ancora bruciacchiata dal sole mi rituffavo nella mia caotica vita sociale, cercando di riprendermi, non solo del mese di assenza dovuta alle vacanze ma, soprattutto cercavo di rimettermi in pari per le future assenze che programmavo di fare per dedicarmi a caldi incontri con il mio nuovo amico.


Rientra lui ai primi di settembre.

Appuntamento romantico in un posticino del centro un po' da turisti, ma in fondo ne apprezzo la scelta.

Appena arrivata noto la sua tensione.

Che sarà successo?

Mi deve parlare.

-Ti ricordi di Francesca, la ragazza che ti presentai al mare? Quella di firenze che avevo conosciuto pochi giorni prima durante la festa in spiaggia, quando tu stavi a quel meeting letterario o musicale, quella roba noiosa insomma?

-Allora?

- Beh tu non c'eri più e io ci sono uscito assieme qualche volta...e alla fine è accaduto qualcosa tra noi...

- Vuoi dirmi che hai avuto un'avventura appena io sono partita?

- A dire il vero non è stata proprio un'avventura.

- Non ti seguo.

- Sai mi ci sono messo assieme.

- Sei stato rapido...Quindi il posticino romantico è per una cena di addio?

- Addio?

- Mi hai appena comunicato di stare con un'altra!

- E allora?

- Mentre ancora il treno stava lasciando la stazione tu già stavi concludendo con una che avevi appena conosciuto....certo che sei proprio un bel tipo....

- Ma che significa? A me piaci tu!

- Adesso per davvero non riesco a seguirti.

- Si dai te la ricorderai pure Francesca, non è più di primo pelo, cicciotta e poi hai visto quando si usciva assieme i suoi contributi alle conversazioni erano niente più che i saluti....non puoi pensare che mi piaccia più di quanto mi piaci tu. Ma è anche vero che tu sei troppo frizzantina, io di mio sono geloso, non sopporterei a vederti flirtare con altri uomini ogni volta che usciamo...
In questo modo diciamo che compenserei!

-Ora sono completamente persa. Cosa vorresti dirmi? Ti sei messo assieme senza prima avere il buongusto di rompere con me e adesso vorresti fare marcia indietro lasciarla e tornare suoi tuoi passi?
E poi cos'è sta storia che io sarei frizzantina? (Sottotitoli: Brutto stronzo, per tutto il mese non ho avuto occhi che per te!)

- Ma io non vorrei lasciarla!

- Cioè ti piaccio io ma mi lasci comunque per stare con lei?

- Io non vorrei lasciare neppure tre!

- Cosa?
Brancolo nel buio.

- Io vivo a Roma e qui ci sei tu, ma è pur vero che nel giro di qualche mese forse un anno dovrei trasfermi col lavoro dalle sue parti e una volta lì tu non ci sarai più.

- E allora?

- Parliamoci chiaro, noi stiamo così bene assieme. Io non avrei problemi a dividermi tra voi due!

Orrore! Mi sta proponendo, come se fosse la cosa più normale del mondo, di vivere con lui una storia mentre lui in parallelo ne vive una con un'altra donna????

A questo punto io cosa sarei?
L'amante? Evidentemente no, l'amante è quella che di solito arriva dopo...
Ma è evidente che sul lungo periodo lui punta sull'altra.
E poi perchè? Si è mai sentito di uno che punta sulla donna meno figa perchè gli darebbe meno pensieri? Voglio dire...escludendo la serie televisiva dei Soprano?
Lo guardo bene.
Mi accorgo finalmente dei suoi abbondanti rotoli di grasso, della grammatica sgangherata, dei suoi vestiti dai colori troppo sgargianti e poi ripenso a quanto ero bella stasera allo specchio prima di uscire, alla cura che ci avevo messo nel prepararmi, ai sandali di Renè Caovilla da 700 euro sfoggiati in suo onore e improvvisamente ho chiara la mia risposta alla sua proposta.
Mi alzo dal tavolo nel modo più elegante e plateale che mi riesce.

Cercando di imitare la camminata felina della Naomi dei tempi d'oro delle grandi sfilate di Versace rendo onore alle mie scarpe lasciando quel tavolo e quel ristorante e facendo ritorno a casa senza aver detto altro che: buona serata! al mio principe azzurro estivo ritornato coi primi freddi di settembre irrimediabilmente rospo.

sabato 13 settembre 2008

Come ebbe inizio....

Ma come mi sarò ficcata in questo pasticcio?
Da tutto il pomeriggio riflettevo sulla situazione in cui mi trovavo da qualche tempo e che mi sembrava sempre di più assurda e paradossale.
Ero partita per le vacanze a fine luglio, stanca di un anno di lavoro vissuto intensamente e di una relazione catastrofica cominciata male e cresciuta nell’incertezza cui la mia fuga avrebbe dovuto mettere fine nel modo più codardo e più tipicamente mio che conoscessi.

Programmi: zero.
Quattro libri, un paio di prendisole di HM, un vecchio costume stinto dal sale (il costume il push up che desideravo era in vendita solo oltreoceano da Victoria’Secret quindi meglio niente) e via.

Niente mari esotici, niente avventure con uomini dalla pelle color ebano.
L’Italia, il sud e il suo bel mare a portata di treno sarebbero state per un mese il mio rifugio, il posto adatto dove potermi leccare le ferite purulente che un anno di frequentazione dell’Infamissimo, noto playboy e borgataro romano mi aveva procurato.

La dolce via di una citt sul mare, la brezza serale che fa sfoggiare i maglioncini di cotone a righe blu anche a ferragosto, i gelati serviti nei caffè sul lungomare, la calda accoglienza della gente spensierata nonostante tutto il casino che li circonda..

Tutto mi sapeva di rassicurante, tranquillo, terapeutico…

Ecco sì, terapeutica sarebbe stato l’aggettivo giusto da attribuire alla mia vacanza!
Sarei tornata a casa ritemprata e in forma, pronta per un nuovo anno di lavoro, l’anno giusto in cui avrei finalmente trovato quell’anima gemella che inseguivo dalle medie ma che tardava a presentarsi.

Ero partita proprio con il piede giusto.
Ma allora perché mi ritrovavo a settembre tutt’altro che ritemprata e col cuore in frantumi?