La canzone più bella di questo autunno arrivato troppo in fretta è “Un Passo Indietro” dei Negramaro.
Struggente e disperata ti entra dentro e ti trascina come fosse un fiume in piena.
È la canzone che fa pensare a quel periodo della vita in cui tutte le emozioni di amore e odio sono portate all’estremo in un parossismo che sconvolge ogni pensiero e che chiunque abbia avuto un’adolescenza ed un primo amore conosce bene.
La ascolto di continuo e decido che andrò a vedere il concerto che si terrà prossimamente a Roma.
Urge, dunque, un fidanzato degno della canzone che mi accompagni e che poi per il resto della vita, anche quando sarà tutto finito, rimanga il mio ragazzo di quella canzone.
In un impeto di sicurezza compro i biglietti per due, tribuna numerata, praticamente tre passi dal cantante-….trent’anni e un po’ di soldi in banca di più di quando si poteva contare solo sulla paghetta mi fanno prendere il meglio che il palazzetto dello sport possa offrire.
Non sono la sola nel condominio dove abito ad essermi appassionata a questa canzone.
Anche Sara, la ragazza del piano di sotto, l’adolescente dalla voce più stridula che io abbia conosciuto, quella che da anni mi sveglia ogni fine settimana alle 9.00 del mattino con le canzoni di Renato Zero al massimo volume, nelle ultime settimane si è convertita all’ascolto continuo di questa canzone bellissima.
Anche a lei manca qualcosa per andare al concerto.
In realtà entrambe abbiamo esattamente ciò che manca all’altra.
Io ho avuto i più di cento euro necessari per acquistare posti perfetti quelli a un passo dal palco e con spazio sufficiente per ascoltare le note più dolci dell’anno comodamente abbracciata al proprio ragazzo senza essere continuamente spintonati da altre coppie di ragazzini con l’apparecchio ai denti.
Lei invece ha il fidanzato ideale, il sedicenne con accenno di barba, motorino e aria da bulletto che la fa sognare per interi pomeriggi mentre davanti alle scale dell’entrata di casa sbarrano l’ingresso principale costringendo tutti i vicini a fare le acrobazie con le buste della spesa.
Sedici anni lei e un sacco di sogni su un ragazzo che poi ci si ricorderà sempre come il primo amore.
Trent’anni io e tutta una serie di mezze cose, mezze relazioni, mezzi impegni, mezze frasi.
Ma strano a dirsi le emozioni per entrambe sono le stesse.
Tanti anni di differenza eppure gli stessi sogni e mi chiedo se in fondo, per certi aspetti della vita, sia impossibile crescere o se invece sono io ad avere qualche serio problema di maturazione personale.
Passano le settimane il concerto si avvicina, il ragazzo perfetto per andarci resta un miraggio, le varie mezze cose diventano un quarto di cosa e poi svaniscono una dopo l’altra perché troppo deboli per resistere alle prime piogge.
Sara intanto col suo ragazzo continua a scambiarsi baci pieni d’amore a tutte le ore del giorno sempre rigorosamente seduti davanti ai gradini dell’ingresso e a sognare ascoltando “Un Passo Indietro” ad un volume tale che persino i Negramaro dal Salento sono in grado di ascoltare.
Io dopo un po’ realizzo che tutte le mie mezze cose messe insieme non porteranno a nulla e alla fine mi decido per l’unica cosa giusta da fare.
A patto che d’ora in avanti non accenda più la radio a un volume tale che si possa ascoltare da casa mia prima di mezzogiorno durante i fine settimana, regalo a Sara i miei favolosi biglietti in prima fila al concerto dei Negramaro.
Sono certa che la cosa le regalerà un ricordo meraviglioso quando a trent’anni potrebbe avere una vita fatta di mezze storie con mezzi fidanzati e a me regalerà un po’ di tranquillo riposo la domenica mattina.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento